Intervista al TG di Videolina

Intervista al TG di Videolina che ringrazio

Sono stato allievo di prof. Todini ed ho potuto apprezzare le sue doti di uomo e di giurista .
Tuttavia, quando un parlamentare della Repubblica Italiana vede un gruppo di persone che si schiera in atteggiamento militaresco su una pubblica via e che indirizza un saluto romano ad un vessillo della Repubblica di Salo, il parlamentare ha l’obbligo di informare la magistratura.
Ora però basta. La politica esca dalla sua piccineria e smetta di strumentalizzare questa vicenda anacronistica.
I pericoli per la democrazia sono altri e ben più gravi. La gente oggi è indignata perché questo è il paese più corrotto d’Europa, perché si sbriciolano i ponti, perché nell’ultimo anno il 95% delle assunzioni sono avvenute con contratti a tempo determinato. La gente oggi è indignata perché abbiamo accolto in Italia 160 mila migranti ma non siamo in grado di garantire loro un futuro che non sia fatto di caporalati, sfruttamento ed emarginazione.
Per queste cose dovremmo scendere in piazza, fare flash mob e scrivere denunce su Facebook .
La politica riprenda allora ad occuparsi dei vivi e lasci in pace i morti.

Per la Sardegna il M55 avrà un programma rivoluzionario

 

Ettore Licheri non ha dubbi: il Movimento 5 Stelle presente­rà alle Regionali un programma «coraggioso e rivoluzionario». L’avvocato sassarese, neo sena­tore pentastellato e presidente della commissione Politiche Ue, è ottimista sul futuro dei Cinque stelle in Sardegna e a Roma. Ma, dopo le polemiche dei giorni scorsi su Andrea Mura, ammet­te di aver sbagliato a pensare che il velista «fosse un valore ag­giunto».

L’assenteismo di Mura vi ha creato imbarazzo?

«Su di lui è stato detto tutto. I cittadini, però, hanno constata­to che il Movimento ha pronta­mente allontanato chi ha man­cato ai propri doveri istituziona­li».

Personalmente che cosa ne pensa?

«Mi spiace per Mura, ritenevo che potesse essere un valore ag­giunto ma mi sbagliavo. Andia­mo avanti, siamo tutti utili alla causa ma nessuno è indispensa­bile».

C’era l’accordo sul ruolo di te­stimoniai?

«Assolutamente no».

Le regionarie premieranno il valore reale dei candidati?

«Non posso rivelare nulla sui nomi. Ma posso anticipare che, dai tavoli di lavoro, uscirà un programma veramente corag­gioso, rivoluzionario, ricco di progetti innovativi che final­mente racconteranno una nuo­va idea di Sardegna».

Basterà a convincere gli eletto­ri?

«Siamo entrati nel terzo mil­lennio e spero che scelgano di non farsi accompagnare in que­sto percorso dai politici del seco­lo scorso».

Sarete avversari della Lega. Un problema?

«No. Abbiamo percorsi e sto­rie politiche diversi. A Roma sia­mo riusciti a fare una sintesi efficace moderna consacrata dal contratto, ma nei territori ognu­no porta avanti i propri proget­ti».

Dopo due mesi è possibile fa­re un bilancio del nuovo gover­no?

«Sì, ed è straordinariamente positivo. Dopo 25 anni di cagno­lini, signorsì e raccontatori di barzellette, ci siamo riconqui­stati in Europa l’autorevolezza ed il rispetto perduto».

Qualche problema sul tema dei migranti?

«Abbiamo troncato il business dell’immigrazione che aveva fat­to cosi tanto felice Salvatore Buzzi di Mafia capitale e, sia chiaro, senza aver mai mancato agli obblighi giuridici e morali di soccorso in mare».

Quali meriti al Movimento?

«Stiamo liberando i giovani dalla schiavitù del precariato, i poveri dalla schiavitù del gioco d’azzardo, l’economia dal tradi­mento delle delocalizzazioni. Stiamo insomma restituendo ai lavoratori quelle tutele sociali che destra e sinistra avevano sa­crificato all’altare del neoliberi­smo finanziario».

Ha già testato la difficoltà di rapportarsi con l’Unione euro­pea?

«Al contrario. Sia io che il mi­nistro Savona abbiamo raccolto un generale sentimento di colla­borazione da parte delle istitu­zioni europee. Certo, stiamo vi­vendo il cambio repentino di un epoca. Tutte le istituzioni devo­no sentire perciò l’esigenza di darsi una nuova architettura più aderente alle nuove esigenze del popolo».

Il governo è contro il Ceta. I prodotti agroalimentari sono a rischio?

«Sulla questione l’attuale di­battito pubblico pecca di super­ficialità. Il trattato contiene cen­tinaia di clausole, alcune potreb­bero essere positive, altre molto negative. Se un governo ratifica un trattato nessuno deve piange­re e nessuno gongolare di gioia, per la semplice ragione che un buon governo firma un trattato quando questo è nell’interesse generale di tutti i cittadini».

Matteo Sau (L’Unione Sarda)